29 aprile 2007

Cavese-Teramo 0-0

Non va oltre uno scialbo pareggio ad occhiali la Cavese.
La squadra è apparsa poco tonica in tutti i suoi effettivi, e la scarsa circolazione di palla ha permesso ad un coriaceo ma modesto Teramo di controllare in tutta tranquillità le rare puntate offensive degli aquilotti.
Anzi, ai punti è proprio la squadra abruzzese che avrebbe meritato qualcosina in piu'; fortuna ha voluto che gli avanti teramani, Mirtaj in testa, avessero, oggi, le polveri bagnate.
A nulla valgono i cambi in corsa di mr. Campilongo, alla sua centesima panchina con la Cavese, che non riesce a risolvere la partita con l'ingresso in campo di Aquino, Russo e Tarantino (entrati al posto di D'Amico, Tatomir e De Giorgio) e l'arretramento nella linea mediana del motorino Schetter.
Personalmente dispiace solo per qualche frustrato tifoso occasionale che in 90 minuti, anzichè incitare, non ha fatto altro che inveire contro questi 11 leoni che vanno solamente incoraggiati e, soprattutto, ringraziati.
Le note liete provengono dagli altri campi: con la sconfitta nel derby umbro (disputato a porte chiuse) del Perugia in quel di Terni, la Cavese è aritmeticamente dentro i play-off, che ormai prevedono un duello a 4 tra la stessa Cavese, Avellino Foggia e Taranto.
Ora piu' che mai, forza ragazzi!

26 aprile 2007

100 di questa panchina, mister


a cura di Dino Medolla

“Portaci all’ “Arechi”.
Così gridavano 1000 tifosi aquilotti in un caldo pomeriggio d’agosto quando Sasà Campilongo si tolse una polo granata per indossare una felpa biancoblù.
Era il 16 agosto 2004, la terra rossa ed infuocata del Social Tennis Club di Cava faceva da tappeto alla presentazione della Cavese targata Ottavio Cutillo.
Come al solito, tra i tifosi e gli sportivi metelliani c’era curiosità nell’iniziare a decifrare quale fosse il destino sportivo della nuova compagine aquilotta. Forse, c’era anche un pizzico di scetticismo intorno alla figura del nuovo allenatore, quel Sasà Campilongo, apprezzato bomber in C e B, ma reduce soltanto da qualche panchina in serie D con l’Ariano Irpino.
Senza patentino per allenare tra i professionisti, con pochissima esperienza tra i dilettanti, Campilongo non sembrava avere le credenziali giuste per iniziare una difficile avventura in una piazza esigente come quella di Cava de’ Tirreni.
E, invece, quel gesto legato alla polo granata fece capire di che pasta era fatta il neo tecnico aquilotto. Sensazioni subito confermate, poi, dalle prime uscite stagionali della sua Cavese.
Un passionale, un motivatore, un trascinatore: le stesse doti che Campilongo aveva in campo da calciatore, ben presto si sono notate anche nelle vesti di allenatore.
Di conseguenza, il feeling giusto è subito scoppiato con la città e la tifoseria. A rafforzarlo, poi, ci hanno pensato i risultati: promozione sfiorata alla prima annata (nonostante tutti i problemi societari, le gare di campionato e di play-off giocate a porte chiuse, i derby rinviati), ritorno in C1 a suon di record nella stagione successiva, piena zona play-off e domeniche di calcio spettacolo in terza serie.
Da perfetto sconosciuto o quasi, in queste ultime tre stagioni Sasà Campilongo si è imposto all’attenzione di tutti grazie alla spettacolarità e all’efficacia del suo 4-3-3. Un modulo coraggioso che ha avuto il merito di cambiare la mentalità di tifosi ed addetti ai lavori (reduci da anni di gare brutte e senza grosse emozioni) e che, di certo, ha fatto riscoprire l’amore per la gloriosa casacca bleu foncé, dopo stagioni di vacche magre, condite da retrocessioni, fallimenti e illeciti sportivi.
Insomma, tutto il peggio possibile, passato quasi nel dimenticatoio grazie anche a Sasà Campilongo che ha avuto il merito di plasmare un gruppo, soprattutto durante il primo anno, quando la gestione societaria a dir poco allegra dell’eclettico Ottavio Cutillo ha rischiato di creare non pochi malumori. In tre stagioni, per il trainer napoletano c’è stato sempre prima il bene della squadra, e poi quello del singolo. E c’è stato soprattutto grande spettacolo, tante vittorie (ben 51), e la capacità di aver riportato dopo venti anni la Cavese in C1.
Tutto bello, o quasi. Solo la morte di Catello Mari e le dimissioni presentate e poi ritirate due stagioni fa dopo la sconfitta di Melfi hanno in parte rovinato queste 100 panchine. Un periodo quasi stupendo, quello di Cava, per Campilongo, tecnico maturato e responsabilizzato anche dalle parole di Giuseppe Mari, papà di Catello, che non smette mai di ringraziarlo pubblicamente per il modo in cui ha creduto nelle capacità calcistiche dell’indimenticato “leone” biancoblù.
Alla vigilia delle sue 100 panchine, Sasà Campilongo sembra quello di sempre. Di certo, Domenica pomeriggio, all’ingresso in campo avvertirà l’emozione di una tappa importante per la sua carriera. D’altronde, guardandosi indietro, avrà capito quanto sia cresciuto. E quanto, grazie a lui, sia cresciuta la Cavese che ora sogna la serie B.

22 aprile 2007

Juve Stabia-Cavese 0-0

Nel nome di Catello Mari.
E' così che comincia il derby del Romeo Menti, con le due curve ( e tutto lo stadio) unite nel gridare rabbiosamente al cielo il nome dello sfortunato Leone, che ha saputo realizzare il miracolo di riavvicinare due tifoserie da sempre nemiche; faceva davvero impressione vedere, oggi, tifosi aquilotti con al collo sciarpette blu-foncè camminare tranquillamente per Castellammare.
Il solo ipotizzarlo un anno fa, sarebbe stato realmente fuori da ogni logica.
L'emozione traspare tutta nella commozione di Giuseppe Mari, al quale, ad inizio partita, viene consegnata una maglia gialloblu, quella del centenario della Juve Stabia, con il numero 6 ed il nome del figlio.

Spalti di casa gremiti, ma non c'è il pienone preannunciato; discorso diverso per la curva ospiti, tanto piena da costringere le forze dell'ordine ad aprire il varco che separava la stessa dallo spicchio a ridosso del settore Distinti.
In tribuna, tra gli altri, spicca la presenza del bomber blucerchiato Quagliarella, stabiese di nascita.
In campo le due squadre, nonostante un caldo tipicamente estivo, lottano per prevalere l'una sull'altra.
Molto meglio i padroni di casa nella prima mezz'ora, grazie alle doti di palleggiatore del numero 10 Caputo e soprattutto alla maestria di capitan Castaldo (giocatore sprecatissimo in C1), che mette spesso in apprensione Cipriani.
Nonostante, però, il netto predominio territoriale della squadra di casa, Mancinelli non corre grossi pericoli, se non da velleitari tiri dalla distanza.
Alla lunga, la Cavese prende le contromisure, cresce, e cerca di impensierire la retroguardia delle vespe tramite rapidi contropiedi; in questo senso, ottima davvero la prestazione dell'incredibile Schetter, imprendibile sulla fascia di competenza.
Nel secondo tempo, in campo c'è solo la Cavese, che sfiora il vantaggio con Ercolano, il cui tiro, con Benassi fuori dai pali, termina clamorosamente fuori.
Sarebbero ampi gli spazi a disposizione degli aquilotti, grazie alla tattica tuttavantista di Capuano; purtroppo, i nostri mancano di precisione nel passaggio finale, altrimenti avremmo potuto parlare di un'importante vittoria esterna.
La Juve Stabia non demorde, d'altronde, per sperare nei play-off, deve assolutamente vincere.
Gli avanti stabiesi cercano costantemente il rigore, ma l'ottimo arbitro Barletta di Bernalda non abbocca; dopo un gol annullato su respinta di Mancinelli per fuorigioco, la Juve Stabia spreca, sullo scadere, la palla della vittoria con il suo uomo migliore, Castaldo, che ad un metro dalla porta conclude centralmente di testa, consentendo la ribattuta coi pugni dell'attento Mancinelli.
E' uno 0-0 che ha lo stesso sapore agrodolce di Manfredonia (chissà, magari, osando di piu'.....), ma che ugualmente consente alla truppa di Sasà di non perdere troppo terreno dall'Avellino, agevolato dal turno odierno.

Nota personale.
Mai, prima d'oggi, m'era capitato di vedere una partita della Cavese in trasferta in un settore diverso dalla Curva.
Ebbene: siamo ampiamente una tifoseria da categoria superiore.
Ma davvero.
Cori fortissimi, battimani imponenti e coordinati, da brividi il Dale Boca ; il tifo è costante, ed alla lunga soverchia totalmente quello dei padroni di casa.
La curva è colorata, nonostante la mancanza di striscioni le sciarpette sventolano all'unisono, ed il rito finale lascia in estasi i meravigliati tifosi in tribuna, che tributano il loro omaggio alla Curva Sud Catello Mari con un convinto applauso.
Da pelle d'oca.

19 aprile 2007

Comunicazione di servizio

16 aprile 2007

Catello "è"

Ripropongo questo video perchè, rivedendolo, ho capito che spontaneamente avevo partorito un omaggio alla Cavese di Catello; la sola Cavese era solo un pretesto, un conduttore involontario di un intento latente.
Quello, cioè, di continuare a soffrire per quel ragazzo dal sorriso buono che tutti noi sentivamo come un caro amico.
Ad un anno di distanza, ho finalmente compreso come la morte punisca tremendamente chi rimane e soffre della privazione.
Finalmente, ma forse non ce n'era bisogno, ho trovato un ulteriore stimolo ad incitare questi ragazzi.

15 aprile 2007

Cavese-Avellino 3-1

..ed al gol di Ercolano, il "ragionere" esclamò:"arbitro, ammisch'i squadr!".

Prova di forza della compagine aquilotta che "pecorizza" (nel senso buono) i lupi d'Irpinia e fa sua l'intera posta in palio, grazie al gol (nel primo tempo) di Cipriani, ben imbeccato di testa dal superlativo Tatomir (ancora una volta padrone del centrocampo), che di sinistro batte rasoterra Gragnaniello, e, sempre nel primo tempo, grazie all'autorete di D'Andrea su un traversone pericoloso del funambolico De Giorgio.
L'Avellino si rende pericoloso solo su qualche calcio piazzato, ma non inquadrerà mai lo specchio della porta difeso da Mancinelli.
Nel secondo tempo, ti aspetti la reazione dell'Avellino, ma la Cavese anestetizza la partita e mette in cassaforte il risultato grazie al bomber Ercolano che scaraventa in rete un magistrale cross proveniente dalla destra dell'imprendibile De Giorgio.
Tutto il resto è noia, come l'espulsione di un giocatore irpino e la rete (in curva nessuno o quasi l'ha vista, tanto si era presi a tifare!) del solito Biancolino (giusto?).

Il Ravenna, battendo in casa il Perugia, è con un piede e mezzo in serie B; alla Cavese non resta altro che lottare per la seconda piazza con lo squadrone irpino, sin dalla prossima trasferta di Castellammare, dove, e ne siamo certi, gli aquilotti continueranno ad onorare la memoria di quel grande uomo che era (è) Catello Mari.

12 aprile 2007

Un anno dopo Catello



a cura di Dino Medolla

Il ricordo c’è, è palpabile. Ogni domenica, a fine gara, il coro verso Catello che si alza dalla curva sud scatena applausi ed emozioni.

La memoria è l’aspetto forse più evidente di questa splendida annata calcistica: al di là dei gol, delle vittorie, del sogno che Cava e la Cavese cullano da qualche mese a questa parte, nelle domeniche calcistiche nostrane, il pensiero finale al “leone” biancoblù non manca mai. In casa come in trasferta.

Il momento del ricordo, ormai, è parte integrante di questa città e di questo popolo, è un punto fermo nei momenti belli (molti) e in quelli difficili (pochi, grazie alla bravura della banda di Campilongo), nelle manifestazioni sportive e non solo.

L’evento luttuoso che dodici mesi fa sconvolse questa città ancora inebriata da una promozione attesa da venti anni di umiliazioni e momenti bui, ha maturato Cava e soprattutto questa tifoseria.

Ogni domenica c’è il tifo incessante, fino a qualche settimana fa c’erano anche striscioni e fumogeni (poi messi al bando dalle nuove normative anti-violenza), ma ogni domenica deve esserci, a tutti i costi, spazio per il ricordo a Catello. Un momento fondamentale per gli ultras, tanto che il coro ideato per il “leone” precede, di qualche attimo, un altro frangente di primaria importanza, questa volta di condivisione con tutto lo stadio e con la squadra.

E’ splendido ciò che i tifosi stanno facendo in qualsiasi stadio -ha sottolineato sabato in diretta radiofonica il papà di Catello, il Maggiore dei Carabinieri Giuseppe Mari- il modo in cui lo ricordano e tutto ciò che hanno realizzato in suo nome rappresenta un’importante iniezione di fiducia e coraggio. Sì perché, a me Catello manca moltissimo”.

Le parole ancora rotte dall’emozione di un padre che da un anno non ha più suo figlio devono inorgoglire tutti, devono far capire che la strada intrapresa è quella giusta, devono far tradurre in realtà la presenza, seppur nelle menti di tutti, di quel centrale difensivo roccioso, tecnico, con un gran cuore, grandi qualità calcistiche, disponibilità per tutti e una battuta sempre pronta.

Dicono da Caserta che non ti arrendi mai”: fu questo il mio modo di presentarmi a Catello. Lui mi rispose: “A Caserta mi vogliono bene. Però, aspetta qualche domenica e vedrai”.

E ancora in diretta tv (due giorni dopo la vittoria casalinga di due stagioni fa condita da uno splendido gol e da una prestazione eccezionale) quando gli riuscì difficile esprimere un concetto: “Scusatemi, non sono troppo bravo con le parole”. “Non importa -risposi- a noi conta quello che fai in campo”.

E poi, la “rabbia” di Sora, nel match play-off vinto contro la Juve Stabia: “Adesso la finiranno di dire che mi sono venduto la partita di campionato a Cava?”.

E, infine, l’ultima intervista tv, quella famosa, che ha fatto il giro del web. Catello mi raggiunse con quel cappello da giullare biancoblù, dopo avermi graziato dal classico gavettone (solo perché avevo il microfono) e aver dispensato baci, saluti e pose per le foto ricordo.

Forse, inizi a metabolizzare questa promozione”. E lui, con il suo classico sorriso: “E’ difficile, dammi qualche giorno”.

Peccato che sia passata soltanto qualche ora.

10 aprile 2007

Stangata sui lupi

GARA AVELLINO-TERNANA
- Il Giudice Sportivo,
- letti gli atti ufficiali,
osserva

- che al termine della gara, dopo un fitto lancio da parte dei tifosi locali di bottiglie
d’acqua piene e semipiene, senza conseguenze, rientrando negli spogliatoi la terna
arbitrale veniva circondata da numerosi dirigenti della società Avellino, i cui nominativi
vengono riportati in dispositivo, e da altre persone non identificate, ma riconducibili
alla stessa, che con atteggiamento platealmente minaccioso dopo aver ripetutamente
insultato i componenti della terna arbitrale, tentavano di aggredirli impediti soltanto
dall’intervento delle forze dell’ordine;
- che pur protetti dalle forze dell’ordine l’arbitro veniva colpito al gluteo ed al polpaccio
da due calci ed un assistente arbitrale veniva afferrato per un braccio e violentemente
spintonato contro la porta dello spogliatoio;
- che l’atteggiamento offensivo e minaccioso veniva assunto dagli stessi soggetti anche
nei confronti del Commissario di Campo e del Collaboratore dell’Ufficio Indagini che
venivano ripetutamente insultati e minacciati;
- che l’allenatore dell’Avellino, Giuseppe Galderisi, dopo aver preso attiva parte agli
episodi innanzi descritti una volta che l’arbitro era rientrato nel suo spogliatoio ne
apriva la porta e continuando ad insultarlo scagliava contro lo stesso il suo orologio da
polso, senza colpirlo;
- che anche i calciatori della società Ternana, al rientro negli spogliatoi, venivano
ripetutamente insultati e spintonati da persone non identificate, che indossavano
pettorina con esposizione della tessera di addetti al servizio d’ordine, il cui tentativo di
aggressione veniva impedito solo dal tempestivo intervento delle forze dell’ordine;
- che dagli gli episodi sopra descritti si rileva non solo la completa omissione da parte
dei dirigenti della società Avellino di qualsiasi attività di doverosa protezione ed
assistenza agli ufficiali di gara, ma addirittura la loro attiva partecipazione agli episodi
stessi;
- che la materiale aggressione alla terna arbitrale ed ai calciatori della società ospite è
stata impedita solo dall’intervento delle forze dell’ordine;
227/779
- che risulta del tutto accertata la responsabilità dei dirigenti della società Avellino e la
conseguente responsabilità diretta ed oggettiva della società stessa
- che le sanzioni da modulare e quantificare devono tener conto della intrinseca gravità
dei fatti descritti, ma anche del pericolo della loro reiterazione in considerazione del
complessivo comportamento dei dirigenti e degli addetti al servizio d’ordine.
- Tutto ciò premesso
d e l i b e r a
a) di infliggere alla società Avellino la sanzione dell’obbligo di disputare quattro gare
effettive a porte chiuse, nonché l’ammenda di euro 30.000,00;
b) di squalificare per cinque gare effettive l’allenatore GALDERISI Giuseppe (U.S.
AVELLINO S.P.A.);

c) di infliggere l’INIBIZIONE a svolgere ogni attività in seno alla F.I.G.C. (art.14/e C.G.S.)
fino a tutto il 31 DICEMBRE 2007 al dirigente DI CRISTOFARO GIOVANNI (U.S.
AVELLINO S.P.A.);
d) di infliggere l’INIBIZIONE a svolgere ogni attività in seno alla F.I.G.C. (art.14/e
C.G.S.)
fino a tutto il 30 SETTEMBRE 2007 al dirigente PUGLIESE MARCO (U.S. AVELLINO
S.P.A).;
e) di infliggere l’INIBIZIONE a svolgere ogni attività in seno alla F.I.G.C.
(art.14/e C.G.S.)
fino a tutto il 31 AGOSTO 2007 ai dirigenti LO SCHIAVO ANTONIO, PUGLIESE
MASSIMO E LANZETTA ANGELO della società U.S. AVELLINO S.P.A
.;
f) di rimettere gli atti alla Lega Professionisti Serie C per quanto di competenza.

Inoltre, a Cava mancherà per squalifica il forte centrocampista Porcari (e non Biancolino, come erroneamente da molti sostenuto, che con l'ammonizione per proteste ricevuta Sabato scorso è andato in diffida).








(foto: U.S. Avellino S.p.a.)

7 aprile 2007

Manfredonia-Cavese 0-0

Finisce con un risultato ad occhiali una partita sostanzialmente brutta, influenzata dalla paura di ambedue le squadre di farsi male.
Complice il gran caldo, Manfredonia e Cavese non offrono spettacolo ai circa 3500 spettatori (circa 600 da Cava) accorsi alla partita. Ai punti, forse, avrebbe meritato la squadra di casa, che, però, nelle sporadiche occasioni avute ha trovato un Mancinelli sempre attento.
La Cavese, dal canto suo, paga le pesanti assenze di Arno e Nocerino: senza le fasce, la manovra non è fluida, si cerca sempre la testa di Ercolano (ben controllato dai difensori doniani) su lanci lunghi a scavalacare il centrocampo, dove ottima risulta essere la prestazione di capitan Tatomir, ancora una volta uno dei migliori in campo dopo la superlativa prova casalinga contro il Ravenna.
Nel secondo tempo le squadre si spengono, e c'è poco da rilevare se non il ritorno in campo di Tarantino, assente dal derby di Salerno del 10 Gennaio, che prende il posto di un abulico Perna.
Con questo pareggio la Cavese solidifica il suo terzo posto, anche grazie alla sconfitta del Foggia, ma probabilmente perde l'ultima possibilità di avvicinare sensibilmente Ravenna (sconfitto a San Benedetto del Tronto) ed Avellino (fermato sul pari dalla Ternana).

Nota a margine: girava voce, tra i presenti allo stadio, che alcuni tifosi fossero stati costretti a tornare a Cava de' Tirreni perchè sprovvisti di biglietto. Se davvero così fosse, qualcuno dovrebbe iniziare a spiegarci la modalità d'acquisto dei biglietti per le partite esterne, perchè, tra i tanti provvedimenti restrittivi messi in atto dal duo Amato-Melandri, c'era (c'è) anche l'obbligo dell'acquisto dei biglietti stessi presso i botteghini degli stadi delle società ospitanti.
Urgono chiarimenti!

5 aprile 2007

Tutti i numeri di Sasà



a cura di Dino Medolla

Un girone di ritorno quasi perfetto!
E’ questa considerazione, avallata da numeri e prestazioni, che rende il senso dell’affascinante rincorsa al grande sogno di Cava e della Cavese.
In undici incontri disputati nella seconda parte del torneo di C1, gli aquilotti di Campilongo hanno messo in cascina 25 punti, lasciando per strada quasi le briciole: due sconfitte e un brutto pareggio contro la cenerentola Giulianova.
Un cammino impreziosito dalle affermazioni contro le grandi, cadute, fino a questo momento, tutte al “Simonetta Lamberti” e da due blitz esterni (a Gallipoli ed Ancona) che hanno ridato prestigio al rendimento esterno biancoblù, fino a quel momento non proprio lusinghiero.
Numeri esaltanti, che fanno della truppa metelliana la prima formazione (insieme al Ravenna) che ha conquistato più punti tra le mura amiche (ben 38) e il secondo attacco del girone (41 i gol messi a segno) dopo l’atomica linea dell’Avellino.
Inoltre, sono ben 15 le vittorie (la Cavese è terza nella speciale classifica), e solo 6 le sconfitte.
Ma chi può mostrare numeri da brividi è lo stesso Salvatore Campilongo.
Prima o poi dovrete fare i conti di tutti i punti che ho fatto con la Cavese”. Detto, fatto. La provocazione televisiva non è rimasta lettera morta. Rivisti giornali ed archivi informatici, si scopre che, alla guida della sua truppa, Sasà Campilongo ha portato a casa, in questi anni, ben 176 punti: 50 vittorie, 26 pareggi, 20 sconfitte, 133 gol realizzati, 72 subiti.
In 96 apparizioni sulla panca biancoblù, il trainer di Fuorigrotta ha una media di 1, 83 punti conquistati a partita. Il tutto amplificato dalla spettacolarità del suo 4-3-3.
Insomma, vittorie, spettacolo e risultati. Numeri alla mano, adesso Cava de’ Tirreni chiede a Campilongo solo di realizzare quel sogno chiamato…

4 aprile 2007

...e tu salutami a'soreta!

Non eravamo noi ad avere "varie identità"?
La ruota gira....

2 aprile 2007

Sparta biancoblu, il Ravenna non c'è più!

Si ringrazia l'amico Gabriele (per il titolo e per il video)

1 aprile 2007

Cavese-Ravenna 1-0

Davanti ad oltre 7000 persone (un centinaio circa proveniente da Ravenna), la Cavese "consuma" la sua vendetta calcistica contro la capolista romagnola, e conquista il 38esimo punto casalingo (sui 52 in classifica) nella bolgia del Simonetta Lamberti.
A sorpresa,causa l'imprevisto forfait di Nocerino (probabile distorsione alla caviglia, accusata al termine della rifinitura di Sabato), si rivede sull'out mancino di difesa Sportillo, che disputerà una buona prestazione contro il furetto ravennate scuola Juventus, Volpe.
Lo spauracchio Sciaccaluga viene ben ingabbiato dalla verve agonistica di Alfano e Tatomir (il capitano, protagonista di una prova di carattere, viene preferito a Russo); D'Amico, libero da compiti di copertura può impostare l'azione metelliana in fase d'attacco, mentre nel primo tempo De Giorgio crea scompiglio sulla fascia destra. Pizzolla non punge, e consente ad Arno di sganciarsi piu' volte per servire cross al bacio per la testa del colosso Ercolano, sempre pericoloso nelle spizzate e vero punto di riferimento del reparto avanzato metelliano. In panchina (ci rimarrà fino alla fine) il lungo degente Tarantino.
Parte a mille la Cavese, sospinta dalla carica del Lamberti e dopo un miracolo di Capecchi su conclusione a botta sicura di Tony D'Amico, la Cavese passa in vantaggio grazie ad un'autorete del ravennate Gorini su cross dalla destra dell'inesauribile Alfano (in sala stampa, però, il buon Gerardo reclamerà la paternità della rete).
Il primo tempo si chiude con la Cavese costantemente nella metà campo del Ravenna, recando apprensione agli affannati centrali ravennati, senza che però gli aquilotti di Sasà Campilongo riescano ad impensierire concretamente l'estremo difensore romagnolo Capecchi.
Nel secondo tempo, causa il gran caldo e il dispendio d'energie profuso nella prima frazione di gara, la Cavese arretra il baricentro, lasciando il pallino del gioco in mano al Ravenna, che però non impensierisce mai la difesa aquilotta ben condotta da Cipriani (Mancinelli rimarrà inoperoso per l'intera gara), e dopo 5 minuti di recupero concessi dallo scarso (eufemismo) arbitro Cavarretta di Trapani, e la sacrosanta espulsione del numero 11 ravennate, Pizzolla, per fallo da tergo nei confronti di uno Schetter lanciato in contropiede verso la porta avversaria, la Cavese ottiene meritatamente la dodicesima vittoria su 14 gare disputate in casa.

Una vittoria che rende piu' solida la posizione degli aquilotti nella griglia dei play-off (+ 7 dalla sesta posizione occupata attualmente dalla rivelazione Juve Stabia di Eziolino Capuano), e che consente all'Avellino (vittorioso in casa, di misura, contro il fanalino Giulianuova, grazie alla rete del solito Biancolino) di attestarsi a sole due lunghezze dalla capolista cara al presidente Fabbri.