1 giugno 2007

Campilongo d'assalto

a cura di Dino Medolla


Bisogna fare un’impresa. Bisogna provarci sino al termine dei novanta minuti, cercando di raddrizzare l’andamento di un confronto che pende tutto dalla parte del Foggia.

Per cancellare quei venti minuti fatali, ci vorrà la migliore Cavese della stagione. Una squadra capace di ripetere le prestazioni contro Ravenna ed Avellino, di aggredire l’avversario, di dare intensità dai primi minuti di gioco ma non di essere frenetica. Insomma, ci vorrà una Cavese formato battaglia, come spesso si è vista in questi tre anni con Sasà Campilongo in panchina.

Di certo, saremo la squadra che tutti stanno ammirando in questi anni al Simonetta Lamberti -dichiara deciso il tecnico biancoblù- non sarà facile, ma noi abbiamo il dovere di provarci anche per il grande attaccamento che proviamo nei confronti di questa maglia”.

Volge al termine una delle settimane più difficili della recente storia calcistica metelliana. Le cinque sberle rimediate al “Pino Zaccheria”, gli errori macroscopici fatti vedere nell’ultima parte della gara, la rabbia per aver dilapidato il vantaggio maturato nel primo tempo sono stati argomenti di discussione tra la gente e anche nello spogliatoio. Il gruppo, però, assorbita la batosta, è pronto di nuovo a dar battaglia.

In questi giorni abbiamo fatto tutti, me compreso, un bell’esame di coscienza. Ad inizio settimana non ho voluto parlare degli errori dei singoli. Sarebbe stato ingiusto accusare qualche calciatore dopo un’annata del genere. Questi ragazzi vanno elogiati per il modo in cui si sono espressi sino al primo tempo di Foggia. Adesso, non è tempo di processi. Abbiamo questa ultima occasione, quindi, troviamo la giusta concentrazione e andiamo in campo per cercare questa impresa. Poi, tireremo le somme”.

I capannelli dei tifosi sotto i portici si sono soffermati ad esaminare le sostituzioni effettuate da Campilongo nella ripresa. Scelte discutibili, secondo una buona parte dei sostenitori biancoblù.

I tifosi possono pensare quello che vogliono. In altre circostanze, le sostituzioni hanno sortito gli effetti sperati. Un allenatore deve operare sempre con grande umiltà e fare sempre un esame di coscienza. In quel momento, credo di aver fatto la cosa giusta per la squadra. Schetter aveva chiesto la sostituzione perché esausto, De Giorgio era uno degli attaccanti che andava sostituito perché era stato espulso Nocerino. Personalmente, credo che l’espulsione ha pesato sul risultato finale per il 60%. Il resto lo abbiamo aggiunto noi con qualche errore di troppo. Poi si sa, il calcio è questo. La gente fa presto a dimenticare quanto di buono è stato fatto in tre anni. So quando devo prendermi le critiche e gli elogi e, per questo, vado avanti per la mia strada grazie anche al carattere che mi ritrovo e che mi dà la forza di superare anche i momenti difficili”.

Ora, forse, più delle gambe, conta la testa, e il modo in cui i calciatori hanno reagito alla sonora sconfitta dauna. Le energie psicologiche saranno fondamentali per realizzare tre gol alla difesa meno battuta del torneo.

Poco a poco abbiamo lavorato sulla psiche dei ragazzi, cercando di motivarli al meglio. Di sicuro, ci impegneremo al massimo. Poi, ciò che ci potrebbe condannare è soltanto il tempo. Prima troveremo il gol, prima daremo tensione al Foggia. E speriamo anche in un pizzico di fortuna. Che non guasta mai!”.

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